La sindrome dell’ovaio policistico (detta anche sindrome di Stein-Leventhal) colpisce tra 5 e il 10% della popolazione femminile ed è considerata l’alterazione endocrina più comune in età fertile. Alla base dell’ovaio policistico c’è un aumento della concentrazione di ormoni sessuali maschili che possono portare sintomi come l’acne e l’aumento della peluria ma soprattutto alterare la regolarità del ciclo mestruale fino all’assenza di mestruazioni, ai cicli anovulatori e all’infertilità. Il nome di questa sindrome deriva dal fatto che la maggior parte delle pazienti presenta molte cisti a livello delle ovaie come a testimoniare un loro malfunzionamento.
Un problema come la policistosi ovarica non riguarda solo le ovaie ma è strettamente connesso con la resistenza periferica all’insulina e quindi con la dieta e lo stile di vita di ogni donna. Questo ormone ha un ruolo centrale nella regolazione di tutti i meccanismi energetici dell’organismo, a partire del metabolismo del tessuto adiposo, e influenza in maniera determinante anche la regolarità del ciclo mestruale di una donna.
Un eccessivo segnale insulinico altera l’equilibrio ormonale femminile grazie alla sua azione sugli adipociti. Se fino a quarant’anni fa il tessuto adiposo era considerato esclusivamente un tessuto di deposito, progressivamente si è arrivati a considerarlo prima un tessuto endocrino e poi, ancora più recentemente, come un tessuto infiammatorio.
Fino a quarant’anni fa il tessuto adiposo era considerato esclusivamente un tessuto di deposito, progressivamente si è arrivati a considerarlo prima un tessuto endocrino e poi, ancora più recentemente, come un tessuto infiammatorio.
È importante però considerare anche una componente ereditaria. Sul piano evoluzionistico una patologia complessa come la policistosi ovarica, caratterizzata da cicli anovulatori e da una riduzione della fertilità, deve necessariamente nascondere un vantaggio perché altrimenti nel giro di qualche millennio sarebbe dovuta progressivamente scomparire proprio a causa della riduzione della fertilità.
Molto probabilmente le donne con una predisposizione alla sindrome dell’ovaio policisto riescono a riprodursi più facilmente nei momenti di carestia, che nella storia dell’uomo sono sempre stati maggiori rispetto ai periodi di abbondanza. Il problema sta nel fatto che nei periodi di abbondanza il metabolismo di una donna con la policistosi ovarica diventa svantaggioso, un po’ come usare una Ferrari per andare a fare la spesa il sabato pomeriggio con il rischio di ingolfarla.
Sul piano evoluzionistico, le donne con una predisposizione alla sindrome dell’ovaio policistico riescono a riprodursi più facilmente nei momenti di carestia preservando la specie.
Anche quando è presente una predisposizione alla sindrome dell’ovaio politcistico, una corretta impostazione dietetica deve rappresentare il primo approccio terapeutico. Migliorando l’equilibrio insulinico attraverso i giusti consigli nutrizionali si assiste spesso a una regolarizzazione delle mestruazioni fino alla risoluzione dell’ovaio policistico anche ecografia.
Prima di tutto l’attività fisica e il movimento devono diventare parte integrante della propria quotidianità per migliorare la sensibilità periferica all’insulina. Nella stessa direzione lavorano abitudini come una prima colazione abbondante, che rappresenti il pasto più abbondante della giornata, un corretto bilanciamento di carboidrati e proteine a ogni pasto, e l’utilizzo esclusivo di cereali integrali, evitando completamente zuccheri semplici e dolcificanti. La perdita di peso quando necessario, migliorando l’equilibrio ormonale possono ripristinare la corretta funzione ovarica.
In affiancamento a un reale cambio delle proprie abitudini è possibile utilizzare Inositolo, Magnesio e Cromo che svolgono un’azione di riequilibrio insulinico attivando il metabolismo degli zuccheri e dei grassi e regolarizzando il ciclo mestruale. I dosaggi suggeriti variano a seconda della situazione clinica ma solitamente sono compresi tra gli 1 e 2 grammi al dì di Inositolo, tra i 200 e i 400 mg ogni giorno di Magnesio e tra i i 100 e i 200 mcg al dì di Cromo.
L’agopuntura può rivelarsi un aiuto in più a supporto delle fertilità delle donne con policistosi ovarica aumentando il tasso di gravidanza nelle pazienti che si sottopongono a procreazione medicalmente assistita
In aggiunta a tutto questo può rivelarsi molto utile anche l’agopuntura per migliorare la resistenza insulinica periferica. Sebbene siano necessari ulteriori studi, una meta-analisi pubblicata nel 2017 sulla rivista Acupuncture in Medicine da un gruppo di ricercatori coreani, ha confermato che l’agopuntura può rivelarsi un aiuto in più a supporto delle fertilità delle donne con policistosi ovarica aumentando il tasso di gravidanza nelle pazienti che si sottopongono a procreazione medicalmente assistita (Jo J et al. Acupunct Med. 2017 Jun;35(3):162-170).
Sempre di più l’agopuntura viene applicata in una logica integrata al trattamento delle patologie metaboliche, dal dimagrimento al diabete, dalla sindrome metabolica alla policostosi ovarica.