L’ipertensione arteriosa è una situazione molte più frequente di quanto non si pensi e, sebbene sia più presente con l’avanzare dell’età, la pressione alta è una condizione che può interessare anche giovani e giovanissimi. L’ipertensione rappresenta uno dei più importanti fattori di rischio cardiocircolatorio, insieme all’iperomocisteinemia e al colesterolo alto.
In caso di pressione alta è importante rivolgersi al proprio medico di fiducia per valutare con lui quali esami sia meglio effettuare e l’eventuale approccio terapeutico. Un problema come quello dell’ipertensione deve sempre essere considerato in un’ottica multifattoriale: la pressione alta può essere causata da tantissimi fattori differenti come l’eccessivo consumo di sale con la dieta, lo stress, l’emotività, il sovrappeso, la menopausa e così via, senza dimenticare una possibile predisposizione famigliare.
Misurare la pressione è una procedura rapidissima e dovrebbe rappresentare una parte fondamentale dell’esame obiettivo che ogni medico fa al suo paziente. Oltre che durante le visite mediche, la pressione arteriosa può essere misurata anche in farmacia o con misuratori automatici. In quest’ultimo caso meglio preferire quelli da braccio che sono più affidabili e meno soggetti a errori di misurazione.
L’effettuazione di un holter pressorio nelle 24 ore permette di monitorare i valori di pressione arteriosa durante un’intera giornata e una nottata e permette di guidare con precisione una scelta terapeutica.
Nella pratica clinica di tutti i giorni si assiste spesso a un’ipertensione “da camice bianco” in cui i valori di pressione sono falsamente alti in seguito all’agitazione per la visita. In questi casi è sufficiente suggerire al paziente di monitorare la pressione a casa in un momento di tranquillità o, nei casi dubbi, prendere in considerazione l’effettuazione di un holter pressorio in modo da monitorare i valori di pressione arteriosa durante un’intera giornata e una nottata.
Nel trattamento dell’ipertensione è fondamentale partire dal cambio delle proprio abitudini a tavola riducendo il consumo di sale. Quando si parla di “sale” non si intende esclusivamente il sale aggiunto per condire le verdure o per salare l’acqua di bollitura della pasta, ma soprattutto gli alimenti come affettati, salumi, formaggi e prodotti da forno e in salamoia che sono intrinsecamente molto ricchi di sale.
Ridurre l’apporto di sale vuol dire evitare gli alimenti che ne sono intrinsecamente molto ricchi come affettati, salumi, formaggi e prodotti da forno e in salamoia.
Il primo effetto di una dieta veramente iposodica è una riduzione della ritenzione di liquidi che si presenta con una rapida perdita di peso, che arriva spesso a 1-2 kg nel giro di pochi giorni, accompagnata da un’abbondante minzione. Con le urine l’organismo si libera del sale in eccesso e dell’acqua indispensabile per diluirlo, responsabile dell’aumento dei valori pressori, delle caviglie gonfie e della cellulite.
Oltre a limitare il sale, è molto utile integrare l’alimentazione con cibi ricchi di potassio, che controbilancia efficacemente gli eventuali eccessi di sodio ingeriti. Meglio abbondare con frutta e verdura freschi utilizzando a seconda delle stagioni albicocche, arance, banane, verdure verdi, cereali integrali, semi di girasole, patate e così via.
Oltre agli aspetti alimentari, l’ipertensione risponde molto bene a un cambio dello stile di vita che preveda prima di tutto l’abitudine al movimento.
L’attività fisica dovrebbe diventare parte integrante della propria quotidianità: non è necessario correre tutti i giorni la maratona e molto spesso è sufficiente una passeggiata quotidiana a passo svelto di 30-40 minuti per riscontrare immediatamente degli ottimi risultati.
Tutto questo senza contare che dimagrendo i valori di pressione tendono a ridursi proporzionalmente alla perdita di peso, a sottolineare che i pazienti in sovrappeso con un’alterazione dei valori pressori devono prendere seriamente in considerazione di iniziare un percorso volto al dimagrimento.
Sul piano dell’integrazione minerale non si può non citare il Magnesio, che svolge una potente azione di modulazione della pressione arteriosa abbassandola se questa è troppo alta o sostenendola se è troppo bassa. Il Magnesio funziona come un calcio antagonista naturale riducendo lo spasmo della muscolatura delle arteriole e quindi la pressione sanguigna. Si utilizzeranno dosaggi compresi tra i 200 e i 400 mg da distribuire nel corso della giornata per cicli terapeutici anche prolungati da valutare in relazione all’efficacia clinica.
Il Magnesio è anche utile per controllare lo stress: se alla base dell’ipertensione c’è un periodo di forte impegno emotivo meglio affiancare al Magnesio estratti fitoterapici come il Biancospino che svolge una buona azione di filtro emotivo insieme all’Aglio e all’Ulivo per un’azione nettamente antipertensiva.
L’agopuntura è efficace, in affiancamento alla terapia dietetica e farmacologica, per normalizzare i valori di pressione arteriosa.
In una logica di medicina integrata, buoni risultati si ottengono anche con l’agopuntura. Una meta-analisi pubblicata nel 2015 su PLoS ONE (Zhao X-F et al. PLoS ONE. 2015;10:e0127019) ha concluso che un approccio agopunturistico è efficace, in affiancamento alla terapia dietetica e farmacologica, per normalizzare i valori di pressione e rappresenta una possibilità terapeutica da tenere in seria considerazione. Solitamente si inizia prevedendo una seduta alla settimana per poi diradare gli incontri in relazione alla stabilizzazione dei valori di pressione.