Il Selenio è un oligoelemento essenziale per i mammiferi. È un cofattore indispensabile per la funzione di decine di selenioproteiche che sfruttano la struttura chimica del Selenio per svolgere un’azione antiossidante e di regolazione dell’attività redox cellulare (si pensi che il Selenio è essenziale nel metabolismo del glutatione), per garantire la sintesi degli ormoni tiroidei e permetterne la conversione in forma attiva. Il ruolo delle selenioproteine nel contrastare i radicali liberi nell’organismo può essere utile per favorire un corretto funzionamento del sistema immunitario e per ridurre la virulenza di alcune infezioni virali (in particolare per le infezioni da retrovirus), nel proteggere l’endotelio vascolare contrastando gli effetti dello stress ossidativo sull’insorgenza delle malattie cardiovascolari, nel migliorare la fertilità maschile supportando la spermatogenesi e nella prevenzione tumorale.
La valutazione delle stato nutrizionale del Selenio può essere effettuata misurando la concentrazione di questo minerale nel sangue, che dipende dall’apporto dietetico nel breve periodo, o con la concentrazione di Selenio nei capelli per una miglior valutazione a lungo termine. La concentrazione di Selenio nel sangue è però influenzata dai livelli di infiammazione e si riduce all’aumentare dei livelli di Proteina C Reattiva (PCR): livelli di PCR compresi tra 10 e 40 mg/dL portano a una riduzione del Selenio plasmatico tra il 15 e il 25%, se la concentrazione di PCR è compresa tra 40 e 80 mg/dL la riduzione della concentrazione plasmatica di Selenio può arrivare al 35% mentre livelli di infiammazione ancora maggiori possono risultare in una riduzione di oltre il 50%. Bassi livelli di Selenio in questa circostanza non testimoniano una reale carenza di questo minerale ma una sua redistribuzione che allontana questo minerale dal distretto plasmatico e lo porta all’interno delle cellule.
La misurazione della concentrazione di Selenio nel plasma rischia di essere poco affidabile per una corretta valutazione della stato nutrizionale perché è fortemente influenzata dall’apporto di questo minerale nei giorni appena precedenti all’esame e richiede sempre di essere correlata per i livelli di infiammazione.
Traducendo queste indicazioni in raccomandazioni pratiche risulta evidente che la misurazione della concentrazione di Selenio nel plasma rischia di essere poco affidabile per una corretta valutazione della stato nutrizionale perché è fortemente influenzata dall’apporto di questo minerale nei giorni appena precedenti all’esame e richiede sempre di essere correlata per i livelli di infiammazione valutando in contemporanea anche i livelli di PCR. Nonostante alcuni limiti, per una migliore valutazione dello stato nutrizionale del Selenio è molto più utile effettuare un mineralogramma del capello.
Il fabbisogno di Selenio varia in base all’età aumentando progressivamente dall’infanzia fino all’età adulta: l’assunzione raccomandata per la popolazione è di 55 mcg al dì senza differenze tra maschi e femmine se non durante la gravidanza, con un’assunzione raccomandata di 60 mcg al dì, e durante l’allattamento, con un’assunzione raccomandata che arriva a 70 mcg al giorno.
La seleniometionina rappresenta la forma principale di Selenio nella dieta e costituisce la miglior forma di integrazione di questo minerale con dosaggi che possono variare tra i 50 e i 100 mcg al dì.
Gli alimenti più ricchi di Selenio sono i pesci, i molluschi e i crostacei mentre questo minerale scarseggia nel mondo vegetale e raggiunge concentrazioni apprezzabili solo nei semi oleosi, in particolare negli anacardi, nei pistacchi e nelle noci, e nei cereali ma con concentrazioni dieci volte inferiori rispetto ai prodotti ittici. In Italia, pochi alimenti sono arricchiti di Selenio, come ad esempio le patate. La seleniometionina rappresenta la forma principale di Selenio nella dieta e costituisce la miglior forma di integrazione di questo minerale con dosaggi che possono variare tra i 50 e i 100 mcg al dì.
Quando è utile integrare il Selenio nella dieta?
Escludendo situazioni critiche come i pazienti ustionati e politraumatizzati o i pazienti sottoposti a interventi cardiaci che possono beneficiare di integrazioni ad alte dosi di Selenio, nella popolazione generale l’integrazione di Selenio è d’aiuto in caso di problemi tiroidei, in particolare in caso di tiroidite di Hashimoto, e in tutte quelle situazioni in cui è utile ridurre i livelli di stress ossidativo per favorire la funzione del sistema immunitario e per migliorare la spermatogenesi.
L’integrazione di Selenio è utile per ridurre i livelli di anticorpi autoimmuni che attaccano la tiroide, in particolare gli anticorpi anti-tireoglobulina e gli anticorpi anti-tireoperossidasi. Benché non sia ancora chiaro se l’integrazione di Selenio sia sufficiente per mantenere più a lungo una corretta funzione tiroidea l’utilizzo di 50 mcg/dì di Selenio può rappresentare un aiuto in più in affiancamento al monitoraggio di TSH e FT4. L’integrazione di Selenio può essere utile anche in gravidanza: durante i mesi di gestazione in caso di riduzione della funzione tiroidea è fondamentale l’utilizzo di Levotiroxina per evitare complicanze nel nascituro, ma l’integrazione di Selenio può rivelarsi un aiuto in più per evitare che nel post-partum si verifichi un ulteriore peggioramento dalla funzione tiroidea. Parlando sempre di patologie tiroidee, il Selenio è invece fondamentale nei pazienti affetti da ipertiroidismo con una diagnosi di Sindrome di Basedow per ridurre l’infiammazione oculare che spesso si accompagna a questa patologia autoimmune. L’integrazione di Selenio migliora la qualità di vita dei pazienti e il decorso clinico della patologia oculare.
Nella popolazione generale l’integrazione di Selenio è d’aiuto in caso di tiroidite di Hashimoto e in tutte quelle situazioni in cui è utile ridurre i livelli di stress ossidativo per favorire la funzione del sistema immunitario e per migliorare la spermatogenesi.
Nei mesi più freddi dell’anno l’integrazione con 50 mcg di Selenio al giorno può potenziare le difese, in particolare contro i virus, potenziando l’efficacia del sistema immunitario. Nei soggetti più predisposti ai malanni di stagione utile l’assunzione di questo minerale nel mese di dicembre e nel mese di febbraio può rivelarsi molto utile per ridurre l’incidenza di raffreddore e tosse.
Durante la ricerca naturale di una gravidanza, in caso di una scarsa qualità del liquido seminale, l’integrazione di Selenio può rappresentare un’aiuto in più per migliorare il numero, la forma e la motilità degli spermatozoi. In questi casi si precederà con un’integrazione di circa 100 mcg al dì per almeno 3-4 mesi per supportare la spermatogenesi e favorire una maggior qualità del liquido seminale.