Come per ogni vitamina, prima di tutto è importante valutare lo stato nutrizionale dell’acido folico in modo da avere tutte le indicazioni utili per giudicare quando sia necessaria una sua integrazione.
La concentrazione di folati nei globuli rossi è considerata l’indicatore più attendibile per studiare lo stato nutrizionale dei folati e valutarne le riserve nell’organismo. È considerata normale per valori maggiori di 340 nmoli/L (150 mcg/L). Diversamente il livello nel sangue di folati è considerato un indicatore dello stato nutrizionale a brevissimo termine e riflette solo la quota di acido folico assunta con la dieta nei giorni appena precedenti all’esame. I valori sono normali se superiori a 10 nmoli/L (4 mcg/L).
La concentrazione di folati nei globuli rossi è considerata l’indicatore più attendibile per studiare lo stato nutrizionale dei folati e valutarne le riserve nell’organismo.
Indipendentemente dallo stato nutrizionale, una corretta integrazione di acido folico è fondamentale durante la gravidanza per prevenire i difetti di chiusura del tubo neurale del nascituro, a partire dalla spina bifida, insieme a tutta una serie di altre possibile malformazioni congenite a carico del tratto urinario e digestivo, del cuore, degli arti e del palato, come la labiopalatoschisi.
Considerando che, se insufficienti, i livelli di acido folico aumentano molto lentamente nell’organismo è importante che l’integrazione con questa vitamina venga iniziata almeno 3 mesi prima del concepimento al dosaggio di 400 mcg al giorno.
Per prevenire i difetti di chiusura del tubo neurale, è importante che l’integrazione di acido folico venga iniziata 3 mesi prima del concepimento al dosaggio di 400 mcg al giorno.
L’utilità dei folati non si ferma qui. Basti pensare che il termine acido folico, che deriva dal latino folium (foglia), è stato utilizzato per la prima volta negli anni ’40 da Henry Mitchell per indicare certe sostanze, i folati per l’appunto, estratte dalle foglie di spinaci, che erano biologicamente attive per trattare alcune forma di anemia. Infatti, la manifestazione principali di una carenza di acido folico è proprio l’anemia, dovuta a una difettosa sintesi del DNA che si manifesta particolarmente nei tessuti con un elevato ritmo di moltiplicazione cellulare come, ad esempio, il midollo osseo.
Per questo, in caso di anemia, oltre all’integrazione di Ferro è molto utile affiancare anche una corretta supplementazione di acido folico: insieme a un sale di Ferro ad alta biodisponibilità, come potrebbe essere un pidolato di Ferro o un bisglicinato di Ferro, al dosaggio di 15-30 mg al dì, è bene abbinare anche 200-400 mcg di acido folico.
Oltre a essere fondamentali nella sintesi del DNA, i folati sono indispensabile, insieme alla vitamina B12, nel metabolismo dell’omocisteina. Spesso una scarsa assunzione di vitamina B9 porta a un iperomocisteinemia e un conseguente aumento del rischio cardiovascolare.
La carenza di acido folico è principalmente dovuta a un suo apporto inadeguato con la dieta: gli alimenti che ne sono più ricchi e contribuiscono maggiormente ai raggiungimento dei livelli ottimali di acido folico sono tutti di origine vegetale come i cereali integrali, le verdure, gli ortaggi e la frutta benché alcuni metodi di cottura, come ad esempio la bollitura, impoveriscano molto gli alimenti di questa vitamina.
Gli alimenti più ricchi di acido folico sono sono tutti di origine vegetale come i cereali integrali, le verdure, gli ortaggi e la frutta.
Se l’assunzione alimentare di acido folico è insufficiente, per ridurre efficacemente i livello di omocisteina nel sangue è possibile affiancare l’integrazione di questa vitamina al dosaggio di 400 mcg al dì insieme a una molecola come l’Oxiprolina, che potenzia l’effetto dei folati, e al Magnesio, che svolge un’azione sinergica di riduzione del rischio cardiovascolare (Vezzoli, A. et al. Nutrients 2020 Jun 30;12(7):1957).
Un’altra causa di possibile carenza di attività dell’acido folico è la presenza di particolari polimorfismi genetici dell’enzima MTHFR. Questo enzima è fondamentale per la sintesi della forma attiva dei folati e una sua scarsa funzione rischia di portare a un accumulo eccessivo di omocisteina nel sangue. In questi casi, meglio integrare direttamente la forma attiva di acido folico utilizzando l’acido 5-metiltetraidrofolico (5-MTHF) al medesimo dosaggio, anche per lunghi periodi.