Interpretare un esame come la Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC) può essere complesso. Leggendo il referto di una MOC oltre al valore assoluto di densità ossea, espressa in grammi/cm2, si troveranno altri due indici, il T-score e lo Z-score, che servono un po’ da riferimento per comprendere se i livelli di ossificazione sono corretti o indicano un rischio aumentato di frattura.
Il T-score esprime, in deviazioni standard, quanto la densità ossea si discosta dal valore atteso per un giovane adulto mentre lo Z-score esprime lo stesso concetto ma riferito a una popolazione della stessa età. Ad oggi, il T-score viene preso come riferimento per la diagnosi di osteoporosi benché lo Z-score esprima meglio l’idea di una osteoporosi patologica. Mi spiego meglio con un esempio: fisiologicamente la densità ossea tende a ridursi con l’età e non ho bisogno di fare una MOC per sapere che una nonnina di 80 anni ha una densità ossea più bassa di un ragazzotto di 26 anni mentre è importante sapere se questa persona ha un valore di densità ossea minore rispetto a quello atteso per le persone della sua stessa età.
Indipendentemente dall’interpretazione di una MOC che merita di essere fatta con l’aiuto del proprio medico di fiducia, soprattutto nelle situazioni più complesse, il cambio di abitudini e di stile di vita può essere di grande aiuto, di per sé o in affiancamento alla terapia farmacologica, per sostenere il metabolismo osseo.
Il movimento rappresenta probabilmente il suggerimento più utile per chi voglia prevenire e curare l’osteoporosi. L’attività fisica dovrebbe diventare parte integrante della propria quotidianità commisurando l’intensità dello sforzo al proprio grado di allenamento e alla proprie attitudini.
L’abitudine all’attività fisica quotidiana rappresenta il suggerimento più utile per chi voglia prevenire e curare l’osteoporosi.
Se il movimento è sempre di grande aiuto, meglio preferire le attività fuori dall’acqua che sfruttino lo stimolo meccanico della forza di gravità sull’osso: quindi benissimo la camminata, la corsa, lo step, i pesi e così via.
Sul piano nutrizionale riveste grande importanza, oltre alla corretta assunzione di Calcio, la riduzione del consumo di sale e favore di alimenti vegetali ricchi di potassio: una dieta eccessivamente ricca di cloruro di sodio (con un alto consumo di salumi, affettati, formaggi, prodotti da forno e cibi conservati) e povera di potassio (con poca frutta e verdura) aumenta la perdita renale di calcio e conseguentemente il rischio di osteoporosi.
Ridurre il consumo di sale a favore di alimenti vegetali ricchi di potassio per prevenire la perdita di calcio.
Lo dimostra uno lavoro scientifico, pubblicato nel 2018 sull’American Journal of Physiology, che ha studiato la fisiologia del rene e in cui si dimostra che un eccessivo consumo di cibi salati porta a una maggior ritenzione di sodio e a una perdita urinaria di calcio (van der Wijst J et al. Am. J. Physiol. Renal Physiol. 2018, 315, F110–F122).
Un’altro aspetto che spesso viene trascurato quando si parla di osteoporosi è il mantenimento di un corretto apporto proteico.
Per mantenere l’osso sano è fondamentale assumere un quantitativo adeguato di proteine ad alto valore biologico spaziando tra uova, carne, pesce, latticini e soia.
Le ossa, infatti, sono costituite sia da una parte minerale, con sali di calcio, fosforo e magnesio, sia da una struttura proteica con la funzione di impalcatura. Per mantenere l’osso sano è fondamentale assumere un quantitativo adeguato di proteine ad alto valore biologico spaziando tra uova, carne, pesce, latticini e soia. Meglio bilanciare carboidrati e proteine in tutti i pasti, a partire dalla prima colazione.
Anche la Vitamina D riveste grande importanza quando si parla di osteoporosi. A tal proposito può essere di grande aiuto verificare i livelli ematici di Vitamina D3 (25-OH) e, in caso questi siano insufficienti, integrare questa vitamina.
L’integrazione di micronutrienti in caso di osteoporosi deve prevedere oltre alla Vitamina D anche l’assunzione di Calcio, Magnesio, Zinco, Boro ed, eventualmente, di vitamina K2 che sono tutti fattori indispensabili per mantenere ossa e denti sani. I dosaggi relativi devono essere valutati da persona a persona in base alle diverse esigenze.
Anche l’agopuntura può rivestire un ruolo importante nel trattamento dell’osteoporosi.
Anche la Medicina Tradizionale Cinese può rivestire un ruolo importante nel trattamento dell’osteoporosi, insieme al cambio di stile di vita ed eventualmente in affiancamento alla terapia farmacologica. Una meta-analisi, pubblicata l’anno scorso su Evidence-Based Complementary and Alternative Medicine, ha discusso l’applicazione dell’agopuntura nel trattamento dell’osteoporosi primaria, i possibili meccanismo d’azione e le combinazioni di punti scelti negli studi clinici (Lin H et al. Evidence-Based Complementary and Alternative Medicine 2019, 2019, 2705263). Tra questi ritroviamo punti come BL23 (Shenshu), BL20 (Pishu), ST36 (Zusanli), CV4 (Guanyuan), SP6 (Sanyinjiao), GV4 (Mingmen) e KI3 (Taixi).
Per affrontare l’osteoporosi con l’agopuntura si prevederanno un paio di sedute al mese da portare avanti a lungo in maniera continuativa o organizzate in cicli da ripetere 2-3 volte l’anno. Spesso i risultati immediati dell’agopuntura vanno ben oltre il sostegno al metabolismo osseo permettendo fin da subito di ritrovare maggior energia e positività.