La pandemia di Coronavirus ci ha obbligato a cambiare le nostre abitudini per fronteggiare una delle emergenze sanitarie più complesse dell’ultimo secolo. I numeri dei malati di COVID-19 ci tengono con il fiato sospeso tutti i giorni, ma per fortuna iniziamo a vedere i risultati delle misure messe in atto dal Governo per il contenimento delle infezioni.
Sebbene sia stato messo poco in evidenza, il supporto nutrizionale riveste grande importanza nella gestione dei pazienti COVID-19. La forte risposta infiammatoria dell’organismo contro il virus unita spesso alla completa perdita dell’appetito e, di conseguenza, a una netta riduzione dell’introito alimentare comporta un grave rischio di malnutrizione che peggiora nettamente la prognosi sia dei pazienti più gravi che di quelli che fortunatamente non hanno bisogno di un’alta intensità di cure.
Il supporto nutrizionale riveste grande importanza nella gestione dei pazienti COVID-19.
Un’interessante articolo, appena pubblicato su Nutrition da un gruppo di ricercatori del Policlinico San Matteo di Pavia, mette in evidenza questi aspetti raccomandando un precoce supporto nutrizionale che faccia attenzione ai bisogni calorici e proteici dei pazienti ricoverati, ma che tenga in considerazione anche l’integrazione di minerali e vitamine con particolare riferimento alla correzione della carenza di vitamina D (Caccialanza R et al., Nutrition (2020), doi.org/10.1016/j.nut.2020.110835).
La malnutrizione rappresenta un fattore prognostico negativo anche durante la convalescenza che rischia di allungare i tempi di recupero e di ritorno a un pieno benessere. Dopo una malattia acuta le necessità di energia e di proteine crescono esponenzialmente per permettere all’organismo di ripararsi e rimettersi completamente. In seguito a un ricovero, sopratutto dopo un ricovero in terapia intensiva, è importante che i fabbisogni siano valutati attentamente da un medico. In alcune situazioni è indispensabile supportare i pazienti dimessi con l’utilizzo di formule specifiche per la supplementazione orale, fino anche all’impostazione di una nutrizione artificiale enterale. Più in generale, è importante accompagnare il periodo di convalescenza con una strategia nutrizionale che porti a una completa ripresa.
Può sembrare banale, ma durante la convalescenza è importante prima di tutto concedersi un po’ di riposo e di sonno in più. Moltissimi pazienti dopo essere guarite dal COVID-19 lamentano una forte stanchezza che merita di essere assecondata e non è detto che questo possa anche rinforzare il sistema immunitario. Una review pubblicata sul Journal of Immunology Research nel 2015 punta proprio l’attenzione su come dormire poco e male alteri la capacità dell’organismo di resistere alle infezioni, comprese quelle virali (Ibarra-Coronado EG et al., Journal of Immunology Research (2015), doi.org/10.1155/2015/678164). Meglio quindi cercare di andare a letto presto e magari non puntare la sveglia e, se tutto questo non bastasse, concedersi un po’ di riposo anche nel pomeriggio.
Progressivamente si riprenderà con il movimento, iniziando con qualche “passeggiata” in casa, in linea con le limitazioni attuali, per poi arrivare a un po’ di cyclette o di tapis roulant misurandosi con le proprie forze. Utile anche fare un po’ di pesi ed esercizio a corpo libero, iniziando sollevando una bottiglia d’acqua, per poi fare qualche piegamento sulle gambe e sulle braccia e un po’ di addominali. L’attività fisica è uno dei segnali più importanti per stimolare il recupero muscolare.
Sul piano nutrizionale, è importante cucinare cibi sani e facilmente digeribili con ingredienti di stagione, prestando attenzione a un corretto bilanciamento di carboidrati, proteine, frutta e verdura a tutti i pasti, a partire dalla prima colazione. È fondamentale potenziare l’apporto calorico in generale, abbondando, ad esempio, con l’olio extravergine d’oliva e con i semi oleosi, aumentando la quota di proteine sane con uova, pesce azzurro e carne bianca. Quest’ultima indicazione è tanto più importante tanto maggiore è stata la perdita di peso durante le fasi di malattia.
In queste circostante è possibile valutare l’integrazione su consiglio medico di una molecola come il β-idrossi-β-metilbutirrato (HMB). Questo metabolita dell’aminoacido leucina svolge una potente azione anabolica supportare la ricostruzione muscolare.
In affiancamento all’integrazione di HMB, può rivelarsi di grande aiuto l’impiego si una miscela di aminoacidi essenziali. Gli aminoacidi sono i mattoncini alla base delle sintesi di proteine e si dividono tra quelle che siamo in grado di produrre e quelli che invece dobbiamo necessariamente assumere con l’alimentazione e sono quindi “essenziali”, come vitamine e minerali. Supportare l’organismo con la giusta quota di aminoacidi essenziali assicura che la sintesi proteica proceda spedita per un rapido recupero della massa magra.
Utile anche l’utilizzo di un supporto di minerali e vitamine completo con l’obiettivo di mettere l’organismo nelle condizioni di funzionare al meglio in un momento in cui, molto probabilmente, i fabbisogni di micronutrienti sono aumentati. Meglio scegliere un prodotto formulato con molecole altamente biodisponibili in modo da migliorarne l’efficacia e la tollerabilità a livello intestinale. Ad esempio, è bene verificare che l’integrazione di minerali sia garantita con sali organici (come potrebbero essere gli oxiprolinati) che migliorano di molto l’efficacia dell’integrazione.
Per un’azione antinfiammatoria mirata può rivelarsi molto utile l’integrazione con acidi grassi polinsaturi come potrebbe essere l’acido γ-linolenico (GLA), abbondante nell’olio di borragine o nell’olio di ribes nero, e l’acido eicosapentaenoico (EPA), abbondante nell’olio di pesce.