Il fegato può essere considerato il laboratorio metabolico del nostro organismo: le sue cellule elaborano tutte le sostanze che ingeriamo al fine di ricavarne energica, immagazzinare o smistare al resto del corpo le molecole nutritive e metabolizzare e detossificare le tossine e i farmaci al fine di favorirne l’eliminazione.
Nello svolgere tutto questo, il fegato è indispensabile per il corretto funzionamento dell’intero organismo. Ma come funziona il processo di detossificazione epatica?
Quando si ingeriscono sostanze estranee, il nostro fegato è obbligato a un superlavoro. Per svolgere questa funzione, gli epatociti, le cellule del fegato, modificano le molecole tossiche per renderle innocue e poterle coniugare così da renderle più solubili e favorirne l’eliminazione tramite la bile o per via renale.
Se stiamo parlando di Non Alcoholic Fatty Liver Disease, la prevenzione e il trattamento della steatosi epatica iniziano a tavola.
Un’alimentazione scorretta costringe il fegato a un surplus metabolico che inevitabilmente riduce l’efficenza detossificante degli epatociti. A lungo andare, il fegato accumula grassi nelle sue cellule portando alla steatosi epatica. Se stiamo parlando di Non Alcoholic Fatty Liver Disease (NAFLD, malattia da fegato grasso non alcolica), la prevenzione e il trattamento della steatosi epatica iniziano a tavola.
Per definizione la steatosi epatica in questi casi non dipende da un eccessivo consumo di alcol, ma è importante tenere in considerazione che gli zuccheri semplici assunti senza moderazione hanno lo stesso effetto dell’alcol sul fegato.
Gli zuccheri semplici assunti senza moderazione hanno lo stesso effetto dell’alcol sul fegato.
È importante quindi limitare il più possibile l’assunzione di zucchero soprattutto in forma liquida. L’utilizzo di bevanda gasate o semplicemente lo zucchero aggiunto al caffè o al tè portano a un rapido aumento della concentrazione di zuccheri nel sangue obbligando il fegato a metabolizzarlo.
Anche i dolci andrebbero limitati e lo stesso vale per l’utilizzo delle farine raffinate a cui è meglio preferire quelle integrali: via libera quindi a pasta, pane e riso rigorosamente integrali. La presenza di fibra nei cereali integrali rallenta l’assorbimento degli zuccheri e permette al nostro fegato di lavorare correttamente.
Molto utile anche il giusto bilanciamento di carboidrati e proteine. Uno dei possibili meccanismi alla base del deragliamento metabolico che porta alla steatosi epatica è un’eccessivo rilascio di un ormone, chiamato insulina, che controlla la concentrazione di glucosio nel sangue. Un corretto abbinamento in ogni pasto di alimenti proteici, come carne, pesce, uova, semi oleosi e così via, con cibi più ricchi di carboidrati, come ad esempio pane, pasta, riso integrali e patate ecc., insieme a frutta e verdura è utile per modulare i picchi insulinici evitando danni al fegato.
Oltre a tutto ciò, è importante mirare a un corretto dimagrimento anche attraverso una moderata ma quotidiana attività fisica. Il movimento dovrebbe diventare parte integrante della propria giornata: non è necessario correre una maratona ma è sufficiente una passeggiata a passo svelto di 30-40 minuti tutti i giorni, un giro in bicicletta, una nuota e così via. L’importante è muoversi!
L’integrazione di acidi grassi polinsaturi della serie omega-3 aiuta a ridurre i livelli ematici di transaminasi e migliora il profilo lipidico nei pazienti affetti da steatosi epatica.
Per finire, risulta di grade aiuto aumentare il consumo di alimenti ricchi di acidi grassi polinsaturi della serie omega-3 come il pesce e i semi oleosi. Una meta-analisi, pubblicata sulla rivista PLoS ONE nel 2016 da un gruppo di ricercatori cinesi (He, X.-X. et al. PLoS ONE 2016, 11, e0162368), ha dimostrato che l’integrazione con 1000-1200 mg di olio di pesce ricco di omega 3 nei pazienti affetti da steatosi epatica svolge un’azione protettiva sul fegato riducendo i livelli ematici di transaminasi e migliorando il profilo lipidico con una riduzione del colesterolo totale, del colesterolo LDL e dei trigliceridi e un aumento del colesterolo HDL (quello buono, per intenderci).
Per favorire i processi di detossificazione è possibile un’integrazione aggiuntiva con una vitamina come l’Inositolo a dosaggi variabili tra 1 e 3 grammi al dì. Questo vitamina, chiamata anche vitamina B7, sostiene il fegato nella sua funzione metabolica ed è di grande aiuto nel modulare la resistenza periferica all’insulina alla base dei meccanismi che portano alla steatosi epatica.