Il primo passo per controllare efficacemente gli zuccheri nel sangue è tenere monitorata la glicemia nel tempo.
La misurazione istantanea della glicemia, più volte durante la giornata, prima e dopo i pasti, permette di fotografare il quadro glicemico in quel preciso istante ed è utile più per regolare la terapia farmacologica che non per avere un preciso indice prognostico.
Diversamente, con il dosaggio dell’emoglobina glicata e della fruttosamina è possibile stimare l’andamento della glicemia nel tempo in modo da verificare l’equilibrio glicemico rispettivamente nei 3 mesi precedenti e nelle 2-3 settimane prima dell’esame. Questi due esami, e in particolare l’emoglobina glicata, sono un indice prognostico fondamentale da tenere in considerazione per valutare il risultato terapeutico tanto della terapia farmacologica quanto della terapia dietetica.
L’emoglobina glicata è un indice prognostico fondamentale per valutare il risultato terapeutico tanto della terapia farmacologica quanto della terapia dietetica.
Un cambio reale di stile di vita rappresenta la prima strategia terapeutica da mettere in atto in caso di iperglicemia e diabete.
Prima di tutto è fondamentale bilanciare a ogni pasto carboidrati, proteine frutta e verdura a partire dalla prima colazione. La presenza contemporanea di tutte le componenti alimentari permette di rallentare l’assorbimento degli zuccheri e migliora di molto la risposta metabolica.
Allo stesso modo è importante evitare completamente zuccheri semplici e dolcificanti e utilizzare esclusivamente cereali integrali, che, grazie al loro maggior contenuto di fibre e proteine, rallentano ulteriormente l’assorbimento dei carboidrati. L’utilizzo di pasta integrale, pane integrale, riso integrale, cracker integrali e così via è indispensabile quando i livelli di glicemia sono fuori controllo.
Utile iniziare la giornata con una ricca prima colazione che merita di diventare il pasto più abbondante. Tutto quello che si mangia entro un’ora dal risveglio viene trasformato in energia e attiva il metabolismo, con un effetto metabolico e glicemico radicalmente diverso da quello che si mangia la sera che viene invece messo di riserva per il giorno dopo.
A una corretta impostazione dietetica deve seguire una regolare attività fisica. Non serve mettersi a correre la maratona e spesso è sufficiente iniziare a muoversi senza esagerare e rispettando il proprio livello di allenamento. Basta un’ora di passeggiata a passo svelto, un corsa leggera, un giro in bicicletta o della cyclette: l’importante è muoversi tutti i giorni per almeno 30-40 minuti consecutivi. Il movimento è tra le medicine più efficaci per trattare l’iperglicemia e il diabete.
Il movimento è tra le medicine più efficaci per trattare l’iperglicemia e il diabete.
In affiancamento al cambio delle proprie abitudini è possibile intervenire con una corretta integrazione di minerali come Magnesio e Cromo. In particolare per quest’ultimo, una meta-analisi pubblicata sul Journal of Clinical Pharmacy and Therapeutics nel 2014 ha concluso che l’integrazione alimentare di Cromo migliora il profilo glicemico dei pazienti diabetici, con un effetto positivo anche sui trigliceridi e del colesterolo HDL, senza sostanziali effetti collaterali (Suksomboon N et al. J Clin Pharm Ther 2014, 39, 292–306).
L’integrazione alimentare di Cromo migliora il profilo glicemico dei pazienti diabetici, con un effetto positivo anche su trigliceridi e colesterolo HDL e senza sostanziali effetti collaterali.
Anche l’agopuntura può rappresentare un valido supporto. Un articolo, pubblicato su Nutrition & Diabetes nel 2016, ha dimostrato che l’agopuntura può essere di grande aiuto per ridurre la resistenza insulinica e favorire il dimagrimento. L’aspetto interessante di questo studio è che le sedute di agopuntura sono state effettuate in pazienti già in terapia con Metformina il cui effetto è stato potenziato con l’utilizzo degli aghi. Finalmente si sta assistendo, anche sul piano della ricerca scientifica, alla scoperta di una modalità integrata di trattamento (Firouzjaei A et al. Nutr Diabetes 2016, 6, e209–e209).