Per anemia si intende la riduzione della concentrazione di emoglobina nel sangue. Questa proteina è fondamentale per trasportare l’ossigeno dai polmoni ai tessuti dell’organismo.
Molte cause possono portare all’anemia. La più frequente è una carenza di micronutrienti, a partire del Ferro senza dimenticarsi di vitamine come l’acido folico e la Vitamina B12, dovuta a un’alimentazione povera di questi micronutrienti o a un malassorbimento intestinale, come in caso di celiachia. L’anemia può derivare anche da un aumento delle perdite di sangue come potrebbe verificarsi in seguito a un’emorragia, a un flusso mestruale particolarmente abbondante e ravvicinato o un sanguinamento occulto a livello gastrointestinale.
Proprio perché le cause di anemia possono essere le più disparate è importante fare riferimento al proprio medico di fiducia per inquadrare correttamente il problema a partire dalla prescrizione di tutti gli esami necessari.
La cause di anemia possono essere una carenza di micronutrienti a partire dal Ferro, una malassorbimento intestinale o la perdita di sangue come in seguito a un’emorragia, a un flusso mestruale particolarmente abbondante e ravvicinato o un sanguinamento occulto a livello gastrointestinale.
Oltre all’emocromo è importante valutare altri indici del metabolismo del ferro, come la sideremia e la ferritina. La sideremia rappresenta la quantità di ferro che circola nel sangue in quel momento. Spesso è un indice poco affidabile ed è soggetta a significative variazioni anche da un giorno con l’altro. Diversamente la ferritina è un buon indicatore delle riserve di ferro nell’organismo ed è importante per valutare se l’anemia è causata da una reale carenza di ferro.
L’assunzione giornaliera di Ferro raccomandata è in media di 18 mg per le donne in età fertile e di 10 mg per gli uomini e le donne in menopausa. Il fabbisogni di ferro aumenta ulteriormente durante la gravidanza arrivando fino a 27 mg al dì.
Gli alimenti più ricchi di ferro pronto a essere utilizzato per recuperare una sua carenza sono il fegato, la carne di cavallo, la selvaggina, le acciughe e le alici sotto sale e le vongole dal mondo animale insieme a cacao, germe di grano, pomodori secchi, farina di soia e semi di lino dal mondo vegetale.
Un esame come la ferritina è utile come indicatore delle riserve di ferro nell’organismo ed è importante per valutare se l’anemia è causata da una reale carenza di ferro.
Se l’alimentazione non è sufficiente a sopperire alle necessità di ferro è importante impostare una corretta terapia marziale. Quando si parla di anemia sideropenica e di integrazione di ferro è importante scegliere la forma più biodisponibile di questo minerale. Esistono in commercio diverse formulazioni: il problema è che se si utilizza un ferro poco assimilabile si è costretti per garantire un efficacia terapeutica a utilizzare dosi maggiori con maggiori effetti collaterali, in particolare a livello gastrointestinale (ad esempio, molte persone non “digeriscono” il solfato ferroso).
Utile invece utilizzare formulazioni di ferro chelato, come ad esempio un bisglicinato di Ferro o un pidolato di Ferro. Di entrambi si utilizzeranno dosaggi compresi tra i 10 e i 30 mg al dì a seconda dei livelli di carenza per cicli terapeutici di circa tre mesi eventualmente ripetibili nel corso dell’anno.
Oltre a una forma ad alta biodisponibilità di ferro è utile integrare anche un mix di altri minerali, come zinco, rame e manganese, e vitamine, come acido folico e vitamina C che favoriscono l’assorbimento e il corretto utilizzo del ferro.
Per finire è bene ricordare che l’emoglobina è a tutti gli effetti una proteina e che per la sua sintesi è indispensabile una corretta assunzione di aminoacidi con la dieta. Proprio per questo, in caso di anemia è importante bilanciare correttamente carboidrati e proteine in tutti i pasti, a partire dalla prima colazione, che deve diventare un pasto completo, il più importante della giornata.