Settembre è il mese dell’Ambrosia e le previsioni meteo delle prossime settimane non giocano a favore delle persone allergiche perché il bel tempo e le temperature ancora calde non fanno altro che sostenere la crescita dell’Ambrosia, con un aumento considerevole della concentrazione di pollini nell’aria.
Chi è allergico all’Ambrosia probabilmente sta affrontando tutti i sintomi dell’allergia a partire dalle crisi di starnuti al naso che cola, dalla congestione nasale agli occhi gonfi che lacrimano e bruciano, fino alla gola irritata e nei casi più gravi anche alla tosse e all’asma. La necessità di tracciamento della diffusione del Sars-CoV-2 sta creando un po’ di confusione in chi manifesta sintomi allergici e non sa come distinguerli da quelli, magari blandi, di un’infezione da Coronavirus.
Ma come distinguere questi sintomi da quelli di un’infezione da Coronavirus?
Prima di tutto, nella maggior parte dei casi le persone allergiche sanno bene di esserlo e spesso conoscono con precisione i pollini a cui sono reattivi e il periodo dell’anno in cui la loro concentrazione aumenta nell’aria portando a tutti i sintomi dell’allergia. Un’occhiata rapida al bollettino dei pollini, facilmente recuperabile con una ricerca in internet, potrà certamente confermare i propri sospetti.
Oltre a questo, la sintomatologia allergica non si accompagna mai alla febbre che invece è quasi costantemente presente nei casi gravi di Covid-19 aiutandoci facilmente a distinguere tra la “solita” allergia e una situazione più seria.
A questo si aggiunge che i sintomi da allergia risponderanno facilmente alle terapie antiallergiche, che siano naturali o farmacologiche, ma questo purtroppo non avviene se la sintomatologia è causata da un’infezione da Coronavirus.
Concentrandoci sulle allergie e su come trattarle è preferibile differenziare l’intervento terapeutico in due parti. Da un lato è fondamentale trovare la giusta combinazione di rimedi per controllare la sintomatologia, dell’altro è bene muoversi con un po’ di anticipo perché prevenire è meglio che curare.
Una corretta integrazione di minerali come manganese, rame e zinco può rivelarsi di grande aiuto sia in fase acuta, sia nella prevenzione delle allergie stagionali.
Nel controllo di rinite e congiuntivite allergica spesso risulta molto efficace un rimedi come l’olio di Ribes nero che rappresenta un buona fonte di acidi grassi polinsaturi con una spiccata azione antinfiammatoria e antiallergica, da sfruttare in caso di allergia. Si utilizzeranno dosaggio compresi tra 1000 e 2000 mg al dì da distribuire nella giornata benché nelle situazioni più acute il dosaggio di olio di Ribes nero può essere portato tranquillamente fino anche 3000 mg al dì per cicli di circa una decina di giorni.
Molto utile anche una corretta integrazione di minerali come manganese, rame e zinco che possono rivelarsi di grande aiuto sia in fase acuta, sia nella prevenzione delle allergie stagionali. Ad esempio, per l’Ambrosia, è consigliabile cominciare la loro assunzione all’inizio di luglio in modo da prevenire adeguatamente i sintomi ben prima della comparsa nell’aria dei pollini.
Per la prevenzione e il trattamento delle allergie, anche l’agopuntura può risultare estremamente efficace. Una meta-analisi pubblicata sull’American Journal of Rhinology & Allergy agli inizi del 2015 ha dimostrato che l’agopuntura è una tecnica efficace e sicura per la prevenzione e il trattamento della rinite allergica (Feng S et al. Am J Rhinol Allergy 2015, 29, 57–62).
L’agopuntura è una tecnica efficace e sicura per la prevenzione e il trattamento della rinite allergica.
Un altro interessantissimo studio, pubblicato nel 2018 su Acupuncture In Medicine da un gruppo di ricercatori tedeschi, ha valutato l’effetto in acuto dell’agopuntura nei pazienti che soffrono di rinite allergica. Sono stati valutati 414 pazienti utilizzando come metro di misura il quantitativo di antistaminico necessario durante la stagione allergica (Adam D et al. Acupunct Med 2018, 36, 139–145).
Si è lasciata libertà agli agopuntori di personalizzare la terapia: quattro punti erano obbligatori (Hegu LI4, Quchi LI11, Yingxiang LI20 e Yintang) mentre altri era facoltativi e potevano essere utilizzati a discrezione del medico (questi punti erano Bitong, Fengchi GB20, Taichong LV3, Lieque LU7, Zusanli ST36, Sanyinjiao SP6, Yifeng TE17 e Feishu BL13). Il protocollo prevedeva 12 sedute nell’arco di 8 settimane.
Con questo tipo di impostazione, l’agopuntura si è dimostrata efficace nel ridurre la necessità di ricorrere all’antistaminico: il 38% dei pazienti trattati con l’agopuntura non ha mai utilizzato antistaminici nella stagione allergica in contrasto con solo il 16% nel gruppo di controllo.
In caso di rinite allergica, l’agopuntura si è dimostrata efficace nel ridurre la necessità di ricorrere all’antistaminico.
Più in generale, punti come Hegu LI4, localizzato sul dorso della mano tra il primo e il secondo metacarpo, Lieque LU7, nella fossetta prossimale all’apofisi stiloide del radio, Fengchi GB20, nella regione posteriore del collo tra l’inserzione del muscolo trapezio e del muscolo sternocleidomastoideo, così come Taichong LV3, sul dorso del piede tra il primo e il secondo metatarso, hanno tutti un’importante azione di controllo della reattività allergica e vengono utilizzati sia nella prevenzione che nella terapia sintomatica. Ognuno di questi punti può essere stimolato, oltre con che l’ago, anche con il massaggio che deve essere deciso ma mai doloroso e protratto per circa un minuto su ogni punto bilateralmente.