Le patologie renali sono molto complesse e polimorfe, quindi ogni singola situazione deve essere affrontata nello specifico con l’aiuto del proprio medico di fiducia, in collaborazione con nefrologi e urologi. Indicazioni valide in una determinata situazione non sono necessariamente applicabili ad altre condizioni.
Una dieta equilibrata e personalizzata è essenziale per gestire le malattie renali croniche, con particolare attenzione al bilancio proteico, all’idratazione e alla riduzione del sale.
La prevalenza delle malattie renali croniche è in continuo aumento, associata all’incremento globale di obesità e diabete. Come per molte altre patologie, è raccomandato mantenere o raggiungere un peso corporeo adeguato. Sovrappeso e obesità sono nemici di qualsiasi patologia cronica, ma nei pazienti con insufficienza renale cronica è altrettanto importante evitare di essere sottopeso. Per questo motivo, è essenziale stimare correttamente i fabbisogni nutrizionali, con particolare attenzione al bilancio proteico della dieta, che deve essere stabilito tenendo in considerazione lo stadio della malattia, la velocità di filtrazione glomerulare e il rapporto tra albumina e creatinina nelle urine.
Un eccesso proteico nell’alimentazione quotidiana è correlato a un maggiore danno renale e a un minor controllo del quadro metabolico. Se è vero che una dieta iperproteica è senza dubbio sconsigliata nel paziente cronico non in dialisi, allo stesso modo un apporto proteico troppo carente rischia di essere altrettanto controproducente, favorendo uno stato di malnutrizione. Per questo motivo, è importante farsi seguire da un dietologo o da un nutrizionista esperto in problemi renali, che collabori con i nefrologi per definire in maniera specifica e personalizzata il corretto apporto di proteine nella dieta.
Per raggiungere il corretto apporto proteico, è importante prediligere fonti di proteine ad alto valore biologico.
Per raggiungere il corretto apporto proteico, è importante prediligere fonti di proteine ad alto valore biologico. Se carne, pesce, latticini, uova e soia hanno una composizione aminoacidica che soddisfa in maniera ottimale le necessità dell’organismo umano (con le uova che raggiungono il valore biologico massimo), altre fonti proteiche come lenticchie, fagioli, piselli, ceci e, più in generale, le leguminose (fatta eccezione per la soia) e i semi oleosi, apportano proteine che non soddisfano appieno il fabbisogno aminoacidico dell’organismo umano. Le leguminose e i cereali integrali contengono pool di aminoacidi complementari e il loro abbinamento, con un rapporto di uno a uno sul quantitativo proteico, permette di aumentarne il valore biologico, sebbene si rischi di incrementare notevolmente l’apporto di carboidrati rispetto al quantitativo di proteine. Per favorire una migliore gestione del fabbisogno proteico, è importante distribuire l’assunzione di proteine nei tre pasti principali in maniera bilanciata. Per evitare che una dieta con un apporto proteico controllato possa portare a perdita di massa muscolare, è fondamentale garantire un’adeguata assunzione di energia, con porzioni sufficienti di cereali e un uso abbondante di olio extravergine d’oliva.
Nel paziente affetto da malattie renali, è indispensabile parlare di attività fisica quando si discute di proteine. I reni servono, tra l’altro, a espellere i residui del metabolismo degli aminoacidi. Le necessità proteiche di un individuo variano enormemente in base al tipo di attività fisica svolta. Questo dipende dal fatto che l’attività fisica rappresenta uno stimolo anabolico sulla massa magra e gli aminoacidi introdotti con la dieta vengono più facilmente impiegati per costruire muscolo, senza essere metabolizzati, e non aumentano il quantitativo di scorie azotate che devono essere escrete dai reni. Per questo motivo, è importante che il movimento (sempre moderato e in linea con il proprio livello di allenamento) diventi una parte integrante della quotidianità di ogni persona con problemi renali.
È importante prestare attenzione alla disidratazione acuta dovuta all’attività fisica, soprattutto durante il periodo estivo o quando si praticano sport di resistenza all’aperto, come la corsa o il ciclismo. In questi casi, è consigliabile pesarsi svestiti prima e dopo l’allenamento. La differenza di peso riflette la perdita di liquidi, che devono essere completamente reintegrati. Ad esempio, se dopo un’ora di corsa si registra una perdita di peso di 900 grammi, è necessario reintegrare questi liquidi bevendo 0,9 litri di acqua.
Alimenti come i prodotti da forno, gli affettati, i salumi e i formaggi sono ricchissimi di sale e devono essere assolutamente limitati nella propria alimentazione.
Altro aspetto fondamentale nel paziente renale, spesso sottovalutato, è la riduzione dell’apporto di sale. In tal senso, non ci si riferisce tanto al sale aggiunto per salare l’acqua di bollitura della pasta o al sale per condire l’insalata, quanto piuttosto al sale nascosto negli alimenti. Alimenti come i prodotti da forno, gli affettati, i salumi e i formaggi sono ricchissimi di sale e devono essere assolutamente limitati nella propria alimentazione. Basti pensare che un etto di prosciutto crudo contiene in media 4-5 grammi di sale, così come un etto di formaggio stagionato può arrivare a contenerne 1-1,5 grammi, tanto quanto un etto di pane.